Limone acido o alcalinico?
La risposta corretta alla domanda che viene posta nel titolo, trova spazio in un argomento assai più ampio. Questa, infatti, è spesso dubbia e vittima della dilagante disinformazione presente sui più comuni motori di ricerca. In rete è sempre più facile trovare informazioni contrastanti in base alla pagina web che si decide di visitare. Per questo motivo è fondamentale trattare l’argomento iniziando dal principio, per comprendere quali sono effettivamente le proprietà del limone. Questo frutto è da sempre osannato per le presunte e mirabolanti proprietà dietologiche, ma pochi si pongono il problema di scoprire quanto siano realmente veritiere tali informazioni.
Per provare ad identificare le reali proprietà del limone e del suo succo è importante analizzarne la composizione. Questo è composto in larga parte da acqua, per circa il 90%. Il resto è costituito principalmente da carboidrati, vitamine del gruppo A e C, e sali minerali moderatamente concentrati. Da tenere in considerazione è anche l’elemento che rende aspro il frutto, ovvero l’acido citrico. Quest’ultimo è presente ad alte concentrazioni, che variano da circa il 4% fino al 7%.
Basandoci su questi dati, possiamo procedere a un’analisi più dettagliata, scoprendo per quale motivo il succo di limone è cosi decantato, nonché la risposta alla nostra domanda. Basandosi sul solo intuito, moltissime persone affermerebbero che il succo di questo frutto sia tendenzialmente acido. Tuttavia da moltissimi nutrizionisti il limone è considerato un alimento prettamente alcalino.
I nutrizionisti in questione sono i sostenitori della dieta del pH, i quali affermano che l’acidità propria di un alimento non debba essere misurata quando questo è fresco, ma sia necessario analizzare le ceneri derivate dalla sua combustione. Infatti, osservando come i minerali residuali della combustione si comportano una volta disciolti in acqua si potrà affermare se si tratti di una sostanza acida o basica, e quindi in che modo andranno ad alterare il pH dell’organismo.
A seguito di ciò, il limone, nonostante sia un alimento fondamentalmente acido, da questi professionisti è considerato alcalino.
Questo ragionamento è in disaccordo con quanto afferma la biologia umana: poiché il nostro corpo mantiene una temperatura interna costante di circa 37 gradi, è a questi livelli di calore che avvengono le reazioni chimiche che coinvolgono gli alimenti che ingeriamo. Di conseguenza, è privo di senso analizzare il pH dei cibi partendo dalle loro ceneri: nel nostro corpo infatti gli alimenti non vengono bruciati ma ossidati. Sarebbe quindi più corretto studiarli allo stato fresco per determinarne le proprietà.
Inoltre un altro punto debole dell’ipotesi che vede il limone come alimento alcalino è la mancanza di prove scientifiche. Consultando la letteratura disponibile sull’argomento, non emerge di fatto alcuna prova che attesti le proprietà alcalinizzanti di questo agrume.
In conclusione, facendo riferimento al frutto fresco, possiamo attenerci alla versione che colloca il limone tra gli alimenti con pH acido, essendo questo compreso tra 2,3 e 2,5.
Il pH del limone
Quando si va a parlare di alimenti alcalinizzanti o acidi, è fondamentale conoscere la definizione di pH.
Questo valore è utilizzato per indicare quanto una soluzione sia alcalina o acida. La sua scala si basa su un range compreso tra 0 e 14, per cui un valore pari a 7 è considerato neutro. Al contrario un valore inferiore è considerato acido, mentre uno superiore è considerato automaticamente come alcalino.
Detto ciò, possiamo affermare con certezza che il limone, contenendo una quantità considerevole di acido citrico, possieda un pH acido.
Come detto in precedenza, il suo pH è compreso tra 2 e 3. Questo lo rende tra le 10.000 e le 100.000 volte più acido rispetto all’acqua.